Fondata nel 2015 a Genova, D-Heart ha come obiettivo migliorare la vita dei pazienti cardiopatici cronici utilizzando lo smartphone come elettrocardiografo. “Ci siamo incontrati da studenti al Collegio Borromeo di Pavia, una delle tante fucine di talenti italiane – dice uno dei due fondatori Niccolò Maurizi – All’età di sedici anni ho avuto un infarto, un’esperienza che mi ha spinto a diventare un ricercatore in cardiologia e a pensare una soluzione come D-Heart per i cardiopatici. Ma solo grazie alle competenze ed il talento imprenditoriale del mio socio Nicolò Briante il progetto di un elettrocardiografo per smartphone alla portata di tutti sta diventando una realtà tra poco disponibile sul mercato”.
La tecnologia D-Heart è basata su un elettrocardiografo ridotto alla dimensione di uno yo-yo, gestibile dallo stesso paziente e sempre portabile in tasca, capace di collegarsi via bluetooth a qualsiasi smartphone dotato di un’apposita app al quale potrà inviare l’ECG che potrà essere condiviso con il proprio medico o con un centro di telecardiologia a distanza attivo 24/24. Una soluzione incredibilmente efficace sia per il monitoraggio a distanza dei cardiopatici, un problema che preoccupa sempre di più visto le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la prima causa di morte e disabilità a livello globale, con oltre 17 milioni di casi di decesso ogni anno (dati WHO). L’80% di questi decessi interessano Paesi poveri, dove manca l’accesso anche a servizi sanitari di base come un elettrocardiogramma.
“D-Heart è una start up a vocazione sociale. – continua Maurizi – Il suo team è composto al momento da noi fondatori ma si avvale di un comitato scientifico presieduto dal Prof. Franco Cecchi ed uno strategico che si è avvalso della collaborazione del Prof. Jody Vender. Inoltre, come partner tecnici ha sia gli Ingegneri di Si14 che i designer di Design Group Italia. Collaboriamo con diverse ONG tra cui AMREF, Intersos e la Fondazione Corti“. Grazie alla collaborazione con queste organizzazioni, la tecnologia D-Heart viene messa a diposizione all’interno di particolari progetti come quelli di supporto sanitario alle giovani madri in Kenia, o il monitoraggio dei migranti in Italia e Grecia.
D-Heart è una startup che piace e convince: finora ha vinto sette competizioni in vari campi, da premi biotech a concorsi per start up. In particolare, ha ottenuto 230K euro di grant dalla Fondazione Vodafone vincendo il concorso Think for Social nel marzo 2016, 20K al concorso di ComoNExT per lo sviluppo e BioInItaly Investment Forum 2016 (promosso da Intesa San Paolo); ha vinto Unicredit StartLab 2016, Cosmofarma start-up Village Award ed il premio di Fondazione Ricerca ed Imprenditorialità. Ultimo riconoscimento in ordine di tempo, D-Heart è uno dei tre progetti vincitori Open-F@b Call4Ideas 2016, il contest pan-europeo promosso da BNP Paribas Cardif con InsuranceUp e Polihub conclusosi recentemente, che potrebbe permettere a questa tecnologia di entrare nel mercato assicurativo delle polizze salute.
“D-Heart vuole diventare la ‘scatola nera’ delle polizze salute, offrendo una soluzione vantaggiosa sia per il cliente che per l’assicuratore. – spiega Maurizi – Infatti il cliente non solo potrà risparmiare ogni anno in premi di assicurazione ma anche ricevere un controllo elettrocardiografico mensile stando semplicemente seduto sul proprio divano di casa. L’assicurazione invece può risparmiare in termini di spese sanitarie per interventi cardiologici, riducendo il moral hazard ed offrendo un servizio che guarda direttamente al benessere del suo assicurato. D-Heart è il primo elettrocardiografo che ha la stessa precisione di quello usato in ospedale dal medico, ma è utilizzabile in maniera semplice, immediata e soprattutto affidabile da chiunque”.
(nella foto a sinistra Niccolò Maurizi, a destra Nicolò Briante)