L’agricoltura è oramai ‘agri-tech’, l’impatto tecnologico è in corso anche nel settore primario per eccellenza e oggi le imprese agricole sono sempre più chiamate a confrontarsi con la sperimentazione di nuovi prodotti (come bioagrofarmaci o biostimolanti); agricoltura di precisione, sistemi di coltivazione di nuova generazione, sistemi per la gestione intelligente delle colture o il monitoraggio della sicurezza nella filiera agroalimentare.
La sfida e i rischi sono ritenuti elevati dai diretti interessati e l’innovazione del settore può anche trovare un freno in questo aspetto. Proprio in questo ambito ha individuato un nuovo bisogno assicurativo la startup statunitense Crop Pro Insurance, che ha da poco ottenuto la licenza federale per operare nel settore agricolo e non con le tipiche coperture per i rischi connessi al clima, a parassiti e malattie che possono colpire le colture, ma contro i rischi collegati all’innovare. Un problema che negli Stati Uniti ha assunto caratteristiche particolari in relazione alla pressante domanda da parte dei consumatori di prodotti non OGM, fino a ora largamente prodotti in US perchè garantiscono maggiore reddittività. Le nuove tecnologie stanno migliorando i rendimenti delle coltivazioni non OGM, ma tale produzione continua a non essere ampiamente praticata dai coltivatori a causa del rischio percepito di perdite.”L’ottanta per cento dei prodotti non OGM consumati negli Stati Uniti sono importati da altre aree del mondo, nonostante i nuovi prodotti biologici a protezione delle colture possano sostituire l’uso dei prodotti utilizzati in passato “, ha dichiarato il presidente di Crop Pro, Billy Rose. “Al fine di posizionare gli Stati Uniti come un leader nei mercati non OGM e sostenibili, dobbiamo fornire ai coltivatori il supporto e la garanzia dei redditi necessari per abbracciare con sicurezza nuove tecnologie più rapidamente”.
Per accelerare la sua penetrazione del mercato, la società ha ricevuto lo scorso agosto un sostanzioso investimento da venture capitalist specializzati nel supporto a startup agritech, Finistere Ventures e Seed 2 Growth Ventures (S2G). Inoltre, anche la Compagnia GuideOne Insurance ha partecipato al round, pari complessivamente a 8 milioni di dollari.
“Vogliamo aiutare i coltivatori a ridurre al minimo i loro rischi fornendo sia polizze assicurative tradizionali, sia strumenti di gestione dei nuovi rischi “, continua Billy Rose. “L’agricoltura continua ad evolvere e vogliamo permettere agli agricoltori di utilizzare l’attuale ondata di tecnologie avanzate per risolvere i problemi di produttività di lunga durata, aiutandole a gestire il rischio finanziario”.
Cosa permette a questa giovane società di farsi carico di questi nuovi rischi?
Fondamentalmente i big data. Quelli forniti dagli agricoltori stessi, dai centri di ricerca, dalle Università rispetto a determinati prodotti agritech.
La società sviluppa sofisticati sistemi di risk management che permettono di analizzare e offrire stime predittive dell’efficacia, rispetto al raccolto e al rendimento, dei nuovi prodotti per migliorare la coltura utilizzati dalle aziende agricole. In questo modo, se le aspettative di miglioramento dovessero essere disattese, l’assicurazione risarcisce l’impresa agricola.
Progressivamente i dati sui prodotti agritech aumenteranno e la tecnologia continuerà a migliorare, trasformandosi in un vero e proprio tool di comparazione per questo tipo di prodotti. Il passo ulteriore sarà offrire i prodotti insieme alla copertura assicurativa.
“L’analisi dei dati trasformerà le assicurazioni agricole come l’agricoltura in sè”, ha detto ancora Il presidente Rose. “In futuro, speriamo anche di dare agli agricoltori uno strumento per utilizzare i propri dati in modo più efficace per confrontare l’efficacia delle nuove tecnologie, dalle sementi all’agronomia digitale”.
Intanto ha appena assunto come un data scientist come Direttore.