Continua a crescere l’insurtech e comincia ad assumere le caratteristiche di un settore più maturo: arriva una seconda ondata di startup più focalizzate sul b2b, si affinano le tecnologie utilizzate che puntano sopratutto su intelligenza artificiale e big data, sono sempre più numerosi i talenti già professionisti dell’industria assicurativa che scelgono di lavorare in una startup, la relazione tra compagnie e giovani imprese si intensifica ed è sempre più vitale. A tracciare lo scenario di questa evoluzione è un interessante report realizzato da PwC & Startupbootcamp, gratuitamente disponibile a questo indirizzo.
Se negli scorsi anni le startup insurtech che hanno portato disruption nel settore si erano soprattutto indirizzate al mondo consumer, o a migliorare distribuzione e customer experience, le nuove insurtech guardano al b2b, affrontando problemi più complessi e ampi che riguardano direttamente le esigenze degli assicuratori e il loro back office. Inoltre si è quadruplicato il numero di startup che sviluppano nuovi approcci alla gestione del rischio e alla previsione di perdite.
Tra le cosiderazioni di maggior interesse cui giunge la ricerca riguarda la relazione tra le compagnie e le startup: gli assicuratori oggi riconoscono che la collaborazione è il modo migliore per lavorare con le startup, affinchè queste possano rilasciare valore, sia in termini di crescita dei ricavi che di riduzione dei costi. La ricerca PwC indica che nel 2016, solo il 28% degli assicuratori stava considerando lo sviluppo di partnership per sfruttare l’insurtech, ma nel 2017 il 45% delle compagnie si impegna direttamente in tali partenariati. La collaborazione non è ancora un processo regolare, ma gli assicuratori e gli startup stanno imparando velocemente.
Dal punto di vista delle assicurazioni emerge in particolare un freno nei processi di collaborazione con le startup: la protezione dei dati.
Tuttavia solo il 17% degli assicuratori crede di poter co-creare prodotti con le startup, e queste da canto loro ritengono che l’impegno con gli assicuratori sia time consuming e spesso frustrante. Le modalità di collaborazione devono diventare più agili e richiedono sforzi anche di evoluzione culturale da ambo i lati.