Insurtech, New York e Londra sono le capitali mondiali

La Grande Mela emerge come la nuova mecca per l’innovazione nel mondo assicurativo, a dispetto della Silicon Valley. Mentre la città inglese continua ad attirare investimenti nonostante la Brexit. Ecco che cosa succede nei due centri di attrazione per le startup

Pubblicato il 04 Set 2017

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Forbes battezza New York come la capitale emergente nell’insurtech, l’ondata di innovazione tecnologica che sta rivoluzionando le assicurazioni. Dopo anni di dominio incontrastato della Silicon Valley per l’industria tech, ora che la tecnologia è diventata trasversale a ogni altro settore, ecco che la mappa degli hub più dinamici si arricchisce di nuovi punti di riferimento che fanno leva su specifiche ‘competenze’ verticali, sulla presenza di centri di ricerca o cluster d’industria.

E’ quanto succede a New York, dove si concentrano le sedi di moltissime compagnie assicurative Fortune 500, tra cui AIG, Metlife, Marsh, Chubb / ACE, New York Life, Assurant e Travellers. La vicinanza ‘fisica’ a queste grandi imprese assicurative offre alle startup maggiori opportunità di sviluppare partnership o di trovare manager di talento ed esperienza ‘rubati’ alla società tradizionali. NY è anche la città dei media, dei designer, dei creativi, delle agenzie di marketing: se bisogna costruire un brand, la grande mela è il luogo in cui vi è la più alta concentrazione di professionisti per farlo, come ha sottolineato il Ceo della startup CoverWallet Inaki Berenguer.

Ma non solo. Il sistema regolamentare è considerato forse quello con maggiori restizioni in US, il più difficile da affrontare, ma proprio per questo è ritenuto un banco di prova importante. “Abbiamo scelto volentieri New York come il primo Stato in cui lanciare Lemonade. – ha dichiarato a Forbes Daniel Schreiber, CEO e cofondatore di Lemonade, una delle startup insurtech newyorkesi più innovative e agguerrite – Oltre ad essere una capitale finanziaria, volevamo misurarci con i regolatori di NY e il sistema giuridico statale, che è noto per essere uno dei più esigenti del mondo. Volevamo ottenere la licenza in uno Stato così “rigoroso” affinché potessimo poi replicare velocemente il processo di licenza in altri Stati meno rigidi a livello nazionale”.

Tra le startup in maggiore evidenza del sistema newyorkese ci sono Oscar (che è già un colosso), Jetty, Slice Labs, CoverWallet, Haven Life, Fabric.

Dall’altra parte dell’Atlantico la capitale emergente dell’insurtech sembra essere Londra, nonostante la brexit abbia innescato paure di ripercussioni in tutti gli ambienti finanziari compreso quello assicurativo.

Eppure, i numeri parlano chiaro: secondo Accenture, come riporta questo articolo di InsuranceAge, ben 218 milioni di sterline sarabbero già stati investiti nella prima metà del 2017, rispetto ai 7,3 milioni di sterline dell’anno precedente. Un vero boom. L’effetto brexit non c’è stato e la capitale britannica assorbe da sola il 30% dell’intero ammontare di investimenti europei nell’insurtech.

La ricerca di Accenture ha inoltre rivelato che il cloud computing, l’Internet delle cose e le tecnologie legate ai big data hanno attirato il maggior numero d’investimenti.

“Il messaggio chiave per noi è che il 2017 si sta configurando come un anno incredibile per l’insurtech nel Regno Unito” ha dichiarato Simon Tottman, analista Accenture per le assicurazioni per il Regno Unito e l’Irlanda e responsabile della ricerca.

Tra le startup insurtech più interessanti che hanno la loro base a Londra ci sono Guevara, Brolly, Cuvva (scozzese ma basata a Londra), BuzzMove, Digital Fineprint, Neos e Spixii, quest’ultima (fondata da italiani) che è stata tra le vincitrici dell’ultima edizione del contest internazionale per startup insurtech di BNP Paribas Cardif Open-F@b Call4Ideas, la cui nuova edizione dedicata al tema della ‘preventive insurance’ è stata da poco aperta alle candidature. Per partecipare clicca sul bottone qui sopra.

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