L’insurtech è in crescita, nel biennio 2016-2018 gli investimenti hanno raggiunto gli 11,2 miliardi di dollari, più del doppio rispetto al periodo 2010-2015. Gli investitori sono molto attratti dal settore e sebbene la maggior parte dei fondi si distribuisca ancora sulle startup early stage, vi sono ormai anche operazioni importanti a favore di società innovative più mature.
Dal 2010 al 2018, gli assicuratori hanno partecipato attivamente all’ecosistema delle start-up, investendo in quasi 270 aziende tecnologiche.
La multinazionale di consulenza everis, insieme a NTT DATA, ha pubblicato la terza edizione di InsurTech Outlook 2019, in cui viene analizzato il panorama tecnologico all’interno del mercato assicurativo e la sua evoluzione degli ultimi anni.
Quali tecnologie sono importanti
Tecnologie cloud (app emobile) intelligenza artificiale, big data, blockchain, sono ritenute i driver della trasformazione e attirano anche gli investimenti. Per esempio, le startup basate sull’Intelligenza Artificiale hanno registrato la crescita (degli investimenti) più elevata: +665% tra i due periodi periodi messi a confronto (2010-2015 cone 2016-2018). Anche le applicazioni mobile avranno un ruolo cruciale: il loro impatto aumenterà nei prossimi anni perché orientate verso la personalizzazione e le piattaforme di aggregazione e confronto.
L’importanza assunta dalle nuove tecnologie nel mondo assicurativo ha fatto sì che diverse compagnie in questi ultimi anni abbiano fatto di necessità virtù, cominciando a collaborare con le startup insurtech per affrontare appunto le sfide tecnologiche e sfruttare le nuove opportunità. In questa direzione, è evedente che ci sia ancora molta strada da fare per le Compagnie, l’indagine infatti (condotta tra dirigenti di 43 compagnie assicurative presenti in oltre 10 paesi in Europa, Asia Pacifico e America Latina), evidenzia una consapevolezza che è anche una paura: la stragrande maggioranza degli intervistati ritiene che l’insurtech avrà un impatto dirompente sia sulle loro aziende che sul settore assicurativo nel suo complesso; in particolare, 9 assicuratori su 10 ritengono che una parte delle loro attività correnti sia a rischio a causa delle attività assicurative.
Entrando nello specifico, il 90% e il 95% degli intervistati ritiene che i rami Salute e Auto, rispettivamente, saranno fortemente stravolti nei prossimi anni; il 60% degli intervistati percepisce un elevato livello di disruption nel settore Commerciale.
Tra i principali pregi di questo report, l’attenzione dedicata al ruolo delle tech company nell’industria assicurativa dei prossimi anni. E’ un monito: state attente Compagnie perché la vostra più grande minaccia è la disruption che porteranno i colossi tecnologici, Amazon, Alibaba, Apple, Baidu, Facebook, Google.
E’ evidente che queste società hanno la tecnologia, grandi quantità di dati, organizzazioni veloci, modelli di business data-driven, la ‘fiducia’ di miliardi di persone, cultura e strategie di business piuttosto aggressive, l’abitudine a sconfinare in nuove industrie.
Questi colossi tecnologici stanno cercando di innovare nel settore assicurativo collaborando con startup disruptive per iniziare ad entrare ad esempio nelle assicurazioni sanitarie o delle Pmi. La loro attenzione si sta in particolare concentrando in prodotti assicurativi adattati alle nuove abitudini di vita (casa connessa, auto a guida autonoma) collegandoli attraverso le loro piattaforme e trasformando così il modello di distribuzione assicurativa.
Lo scenario attuale è quanto mai variegato e vede i colossi tecnologici portare avanti inziative proprie in settori che hanno impatto sull’insurance (es: l’auto a guida autonoma di Waymo/Google); alleanze cross-industry che coinvolgono techgiant e startup, aziende teconologiche, compagnie assicurative. E’ un momento entropico, da seguire con attenzione, anche perché non bisogna dimenticare che tutto questo ha alla sua radice i dati degli utenti/clienti.
Come sottolinea il report, attualmente assicuratori e colossi tecnologici stanno formando alleanze rilevanti, ma non è completamente chiaro (o non è stato ancora affrontato dai legislatori) se, nel lungo termine, questi ultimi potranno utilizzare i dati dei loro utenti e le loro capacità tecnologiche per sfruttarli nel settore assicurativo.
Articolo originariamente pubblicato il 25 Set 2019