eHealth: crescono i numeri di sanità digitale e telemedicina (anche grazie al PNRR)

La pandemia ha accelerato l’adozione della telemedicina: da meno del 10%, ha superato il 30% per molte applicazioni. Lo rileva il “Rapporto civico sulla salute”, della onlus Cittadinanzattiva

Pubblicato il 10 Giu 2022

Telemedicina

La pandemia di Covid-19 ha sottolineato nuovamente l’importanza di avere un sistema sanitario solido, ben finanziato ed esteso in modo capillare su tutto il territorio nazionale. La situazione attuale, però, è ben diversa: secondo l’ultimo Rapporto civico sulla salute”, curato dalla onlus Cittadinanzattiva, molti interventi fondamentali per la prevenzione – come le mammografie o le ecografie, ma anche le visite ortopediche – richiedono più di un anno di attesa, e proprio a causa dei continui ritardi e posticipazioni nel 2021 un cittadino su 10 ha dovuto riunciare alle cure.

Anche in questo caso, però, la tecnologia potrebbe rappresentare un alleato importante per migliorare l’efficienza del Servizio sanitario nazionale italiano. Gli strumenti offerti dalla sanità digitale o eHealth, infatti, stanno diventando sempre più diffusi sia tra i medici che, seppur in modo più lento, tra i pazienti. Tanto che anche il governo, tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), ha deciso di investire nella trasformazione digitale del mondo sanitario.

I numeri della telemedicina

Lo studio di Cittadinanzattiva fotografa il panorama della telemedicina in Italia, riportando i dati raccolti dall’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano. Secondo queste analisi, la pandemia ha accelerato in modo evidente l’adozione della sanità digitale: se prima questa non raggiungeva nemmeno il 10%, durante l’emergenza ha superato il 30% per molte applicazioni.

Il servizio più utilizzato è quello del tele-consulto, quindi la discussione di casi clinici tra centri diagnostici lontani uno dall’altro, una pratica ormai adottata dal 47% dei medici specialisti e dal 39% dei medici di medicina generale (MMG). Segue la vera e propria tele-visita, quindi una visita medica effettuata a distanza, in molti casi in video chiamata, e il tele-monitoraggio, che consiste nel controllo a distanza dei parametri di un paziente, sistema utilizzato dal 23% degli specialisti e dal 43% dei medici di medicina generale.

Utilizzo di strumenti di telemedicina da parte dei medici. Fonte – Rapporto civico sulla salute 2022; 17° Rapporto Crea Sanità

Sebbene sempre più diffusa tra i professionisti del settore, la telemedicina continua a essere poco utilizzata dai pazienti, soprattutto a causa di un’offerta ancora limitata e poco fruibile. I pazienti infatti continuano a preferire strumenti semplici e ormai ben collaudati, come le telefonate o le videochiamate, mentre i servizi di telemedicina più strutturati non sono ancora riusciti a inserirsi nelle abitudini quotidiani della popolazione. Secondo il rapporto, la tele-visita è utilizzata dall’8% dei pazienti, la tele-riabilitazione dal 6%, e il telemonitoraggio dal 4%.

Il rapporto evidenzia però alti livelli di interesse tra gli utenti: un segnale che il settore è destinato a crescere.

Utilizzo di strumenti di telemedicina da parte dei pazienti Fonte – Rapporto cvico sulla salute 2022; 17° Rapporto Crea Sanità

I punti di forza della sanità digitale

I servizi di telemedicina possono contribuire ad affrontare le principali sfide dei Sistemi sanitari nazionali, portando con sé diversi vantaggi, sottolineati sia dal Pnrr che dal report di Cittadinanzattiva.

In primo luogo, la sanità digitale può ridurre le differenze geografiche e territoriali, garantendo ovunque gli stessi standard in termini, tra le altre cose, di consulti, visite e monitoraggio.

Inoltre, grazie alla semplicità d’uso e alla sua flessibilità l’eHealth può migliorare sia l’esperienza dei pazienti e il loro rapporto con le cure, che l’efficienza generale dei sistemi sanitari regionali, che la pandemia ha già sottoposto a enormi livelli di stress. Dal punto di vista economico, questo si traduce anche in un risparmio nei costi per la collettività.

I fondi del PNRR per la telemedicina

Le potenzialità della telemedicina non sono passate inosservate: il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), un programma finanziato dall’Unione europea che attribuisce all’Italia più di 190 miliardi di euro, include tra i suoi obiettivi anche il potenziamento della sanità digitale su tutto il territorio nazionale, stanziando fondi per 1 miliardo di euro.

Più nel dettaglio, le risorse finanzieranno progetti di telemdicina proposti dalle regioni, che potranno riguardare ogni ambito clinico e ogni fase del processo di prevenzione e cura, dagli screening all’assistenza, i consulti, la refertazione e il monitoraggio. Nel Piano presentato dal governo si legge che saranno privilegiati i progetti attivabili su più regioni e quelli integrabili con il Fascicolo sanitario nazionale.

Secondo il Pnrr, la telemedicina potrebbe essere utilizzata con successo soprattutto nel supporto a pazienti con malattie croniche.

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