Nel 2016 il mercato smart home in Italia valeva 185 milioni di euro ed era cresciuto rispetto all’anno precedente del 23%, secondo l’ Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano, che ha replicato l’analisi: in una anno con una crescita del 35% è arrivato a 250 milioni di euro. Non si tratta ancora di cifre astronomiche ma il mercato dei dispositivi connessi per la casa sta accelerando.
Sicurezza, gestione dei consumi per elettricità e calore, elettrodomestici intelligenti sono stati nel 2017 i protagonisti di questa crescita: in concreto i 250 milioni di euro di fatturato smart home del 2017 arrivano da applicazioni IoT per la sicurezza, nella forma di videocamere per la sorveglianza, serrature o di sensori per porte e finestre in grado di rilevare tentativi di infrazione. Un ruolo importante è poi costituito dalle soluzioni destinate alla gestione del riscaldamento nella forma di caldaie e termostati intelligenti e connessi. Infine un altro vettore di sviluppo è rappresentato da soluzioni per la gestione di elettrodomestici, come le lavatrici connesse, controllabili via App e dotate in alcuni casi di assistente vocale.
Verso la casa connessa infatti oggi si muovono grandi player globali (vedi Amazon), startup, retailer, produttori, assicurazioni, utility e operatori delle telecomunicazioni.
Ma attraverso quali canali i dispositivi smart home arrivano nelle case degli italiani?
Nella precedente edizione della ricerca, si era visto come buona parte del mercato passasse da installatori e distributori elettrici, fatto in parte confermato dall’indagine più recente: un consumatore che pensa o progetta di portare “intelligenza” nella propria casa si rivolge prima di tutto agli attori della “filiera tradizionale“, ovvero produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico. Da loro sono passati nel 2017 175 milioni di euro di soluzioni Internet of Things per la smart home per una quota pari al 70% del mercato. Quota che peraltro è in crescita del 15% rispetto al 2016.
Ma sono soprattutto i canali innovativi o alternativi nei quali rientrano retailer online e offline, assicurazioni, telco e utility a crescere maggiormente, addirittura a tripla cifra (+125%) e rappresentano ormai una quota pari al 30% del mercato.
Perché hanno accesso al grande pubblico attraverso i loro servizi tradizionali (telecomunicazioni, energia, polizze assicurative) che possono essere diversamente valorizzati o arricchiti da una offerta di servizi smart home. In altre parole sono nella condizione di avvicinare la smart home anche a coloro che non l’hanno mai considerata.
Più in dettaglio il segmento dei eRetailer è cresciuto del +150% e rappresenta il 13% del mercato con venduto assoluto di circa 32 milioni di euro.
Assicurazioni, telco e utility rappresentano una quota ancora piccola, a singola cifra (8% del mercato) ed è composto da 12 utility con soluzioni smart home a portafoglio, da Telco che sperimentano il lancio di nuove soluzioni con acquisto integrato di device e SIM (e qui il 5G è destinato a svolgere un ruolo importantissimo) con un piano tariffario flessibile e da 9 compagnie assicurative che propongono polizze casa con oggetti connessi, coprendo il 50% del mercato assicurativo domestico.
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