La pandemia frena la crescita dell’Internet of Things, ma il mercato italiano regge l’urto, con solo 3% di calo: in linea con l’andamento registrato nei principali paesi occidentali, con un valore nel 2020 di 6 miliardi di euro.
II ruolo chiave dell’IoT nella trasformazione digitale è testimoniato, oltre che da un mercato complessivamente in salute anche nell’anno della pandemia, dai numerosi benefici che può generare per consumatori, aziende e PA, in termini economici, ambientali e di riduzione del rischio.
Ad oggi sono 93 milioni le connessioni IoT attive in Italia, di cui 34 milioni di connessioni cellulari (+10%) e 59 milioni abilitate da altre tecnologie (+15%). Tra queste, emergono le reti Low Power Wide Area (LPWA), che raggiungono per la prima volta un milione di connessioni, con una crescita de 100%.
Una forte spinta arriva anche dalla componente dei servizi collegati agli oggetti connessi, un comparto particolarmente interessante per il settore assicurativo, con un valore di 2,4 miliardi di euro e una crescita del 4%, in controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato.
Sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. Ecco i punti salienti.
Internet of Things 2020: Utility, Smart Car e Smart Building ai primi posti
Il primo segmento del mercato Internet of Things è costituito dallo Smart Metering & Smart Asset Management nelle Utility, con un valore di 1,5 miliardi (-13%) che rappresenta il 25% del totale, spinto ancora dagli obblighi normativi.
Seguono la Smart Car, con un fatturato di 1,18 miliardi di euro (-2%), pari al 20% del mercato, e 17,3 milioni di veicoli connessi (il 45% del parco circolante in Italia). Al terzo posto, in crescita, è lo Smart Building, che vale 685 milioni di euro (+2%) ed è legato prevalentemente alla videosorveglianza e alla gestione dei consumi energetici all’interno dell’edificio.
I settori più in crescita: Smart Agricolture, Logistica e Smart City
Il comparto con la crescita più significativa è invece la Smart Agricolture (140 milioni di euro, +17%). Crescono anche le soluzioni smart per la fabbrica (385 milioni di euro, +10%), la Smart Logistics (610 milioni di euro, +4%).
Significativa anche la crescita della Smart City (560 milioni di euro, +8%): il settore regge la prova del Covid, che aumenta anzi la sua rilevanza in Italia, con un aumento del numero dei progetti avviati dai comuni, nuovi finanziamenti, e i primi esempi di successo di collaborazioni fra pubblico e privato. Il 59% del campione ha avviato progetti negli ultimi tre anni, ma il 46% di questi è ancora in fase pilota.
In calo, invece, la Smart Home (505 milioni di euro, -5%) e l’ambito Smart Asset Management in contesti diversi dalle utility (265 milioni di euro, -20%), legato principalmente al monitoraggio di gambling machine, ascensori, e distributori automatici.
Internet of Things, il divario tra grandi aziende e PMI
Nel 2020 si riduce il divario fra grandi aziende e PMI in termini di consapevolezza e propensione a innovare in ottica 4.0 attraverso l’Internet of Things. Come emerge da un sondaggio condotto dall’Osservatorio, il 94% delle grandi aziende conosce le soluzioni IoT per l’industria 4.0 e il 68% ha avviato almeno un progetto, mentre fra le PMI solo il 41% ne ha sentito parlare e appena il 29% ha attivato iniziative.
Tuttavia, il gap è diminuito del 5% in termini di conoscenza e del 6% per quanto riguarda la presenza di progetti.
Le applicazioni più diffuse sono legate alla gestione della fabbrica (Smart Factory, 66% dei casi), soprattutto per il controllo in tempo reale della produzione e dei consumi energetici, poi quelle di supporto alla logistica (Smart Logistics 27%), guidate dalla tracciabilità dei beni nel magazzino o lungo la filiera, e lo Smart Lifecycle (7%), con progetti per migliorare lo sviluppo di nuovi modelli e l’aggiornamento dei prodotti.
L’emergenza ha portato le imprese a rivedere le proprie priorità in termini di avvio di progetti e di investimenti. Nel 2020 solo il 15% delle PMI e il 12% delle grandi aziende ritiene prioritario attivare iniziative di IoT, contro rispettivamente il 25% e il 16% che le mettono in secondo piano. Il 22% delle grandi imprese ha aumentato il budget dedicato ai progetti IoT per l’Industria 4.0 (il 14% lo ha ridotto), contro solo l’11% delle PMI (il 12% lo ha diminuito), mentre un quarto delle grandi imprese e un terzo delle PMI rimandano la decisione ai prossimi mesi.
Internet of Things, quali i vantaggi
L’Internet of Things ha la potenzialità di generare numerosi benefici per consumatori, aziende e PA, in termini economici, ambientali e di riduzione del rischio.
Il consumatore che acquista prodotti connessi può sempre più gestirne le funzionalità da remoto e accedere a nuovi servizi, come il monitoraggio in tempo reale del proprio stato di salute, nonchè la riduzione dei consumi energetici della propria abitazione, la possibilità di sottoscrivere polizze assicurative per la casa che variano il premio in base al suo livello di smartness.
Le imprese che impiegano dispositivi intelligenti riescono a ottimizzare i propri sistemi e processi. Nella manifattura, ad esempio, i dati provenienti da macchinari connessi (Smart Factory) consentono una migliore gestione delle attività di manutenzione, anticipando il malfunzionamento, invece di correggerlo, e riducendo tempi e costi legati all’inattività del macchinario.
Le città, infine, possono migliorare la gestione del patrimonio pubblico ed erogare nuovi servizi ai cittadini grazie all’impiego di soluzioni IoT sul proprio territorio. Un esempio è l’installazione di contatori idrici, che portano benefici per i gestori della rete idrica e per i cittadini sia dal punto vista economico, come la lettura del contatore da remoto, maggiore accuratezza della bolletta, rilevazione di frodi e identificazione di guasti, sia ambientale, come il risparmio di acqua, stimato fra 0,9 e 3,4 milioni di metri cubi all’anno (circa 18-20 m3/anno risparmiati da ogni famiglia).