Sono i dati di CB Insights, documentati nel report di Willis Re “Quarterly InsurTech BriefingQ1 2018“, che ha dedicato un focus all’andamento degli investimenti del venture capital internazionale nel settore dell’insurance technology, o insurtech.
Il primo punto è appunto questo: la crescita degli operatori dell’investimento, passati ad essere da 53 nel 2012 a 217 nel 2017, ossia il quadruplo, 30% la crescita annua.
Da un conteggio delle transazioni, dal 2012 sono stati monitorati più di 700 investimenti insurtech per un valore di quasi 9 miliardi di dollari di capitale impegnato.
Il report ha suddiviso gli investitori in tre categorie principali: venture capital tradizionali, re-insurance venture capital e corporate venture capitale.
Gli investitori tradizionali in capitale di rischio sono imprese indipendenti, si dedicano in particolare alle operazioni nelle fasi seed e early-stage e sono gli operatori che per primi si sono interessati al mondo fintech/insurtech. Tipicamente, queste imprese sono interessate a fornire rendimenti finanziari agli investitori.
Gli altri due gruppi sono accomunati dal fatto che per loro l’investimento ha tendenzialmente un valore strategico.
Lo sviluppo del re-insurance venture capital è un fenomeno recente. La motivazione principale di questa categoria non è il rendimento finanziario, ma creare valore strategico attraverso lo sviluppo di un piano diretto d’investimento per sfruttare il potenziale di tecnologie emergenti e di competenze.
Vi sono poi una serie di corporate venture capital non autoctoni del mondo assicurativo, ma tuttavia coinvolte sempre più negli investimenti insurtech. Tali imprese sono principalmente grandi imprese tecnologiche o finanziarie che vedono opportunità nel settore assicurativo che ancora non è stato rivoluzionato dalle tecnologie emergenti.
Nell’infografica qui di seguito la mappatura degli investitori venture capital più attivi nel mondo, suddivisi nelle categorie sopra citate.
In che modo queste società selezionano i propri investimenti?
Il report di Willis Re ha analizzato anche questo attraverso un survey condotta su circa 100 VC, da cui risulta che i driver principali che guidano gli investimenti in una startup sono:
- Scalabilità del modello di business
- Capacità della soluzione di risolvere problemi profondi e complessi
- Prodotto all’avanguardia, pronto all’uso
- Tecnologie che creano nuove aree di prodotto
- Tecnologie che accelerano la trasformazione digitale
- Market fit, dimensioni del mercato e giusto team di founder
- Vantaggi strategici per il fondo d’investimento
- Affidabilità, facilità d’uso e accessibilità del mercato
- Tecnologie per migliorare sottoscrizione e gestione dei sinistri
- Un team visionario con un’idea scalabile e la capacità di execution
Nei grafici qui sotto si può vedere più nello specifico quali sono i settori d’investimento principali, i big data & analytics sono certamente il tema di maggior peso.
I Venture Capital indipendenti sono considerati i più efficaci al momento, Sequoia, Softbank, Plug and Play, Andreessen Horowitz e Kleiner Perkins sono stati i più citati; ma sul lungo periodo si considera che prevarranno i corporate venture capital (molto citati Allianz, Munich Re, XL Innovate, American Family).
Il report completo a questo indirizzo.