Quale sarà la prossima startup europea a diventare “decacorno”, raggiungendo una valutazione di oltre 10 miliardi di dollari? Secondo il nuovo report curato da Dealroom.com in collaborazione con il fondo VC Inkef Capital e la società di investimenti MTIP, è probabile che questa arrivi dal mondo dell’Healthtech, un settore incredibilmente promettente e in rapida crescita.
Vediamo cosa dicono i dati, e quali sono le proiezioni per un futuro segnato dalla digitalizzazione della sanità.
Healthtech: il valore attuale e proiezioni di crescita
Il settore sanitario a livello globale gestisce operazioni per un valore stimato di 8 trilioni di dollari, e potrebbe raggiungere i 10 trilioni entro il 2022 a causa del costante aumento del costo della ricerca, dell’accesso alle cure e ai farmaci.
In questo enorme universo, spesso ancora arretrato e restio al cambiamento, le compagnie innovative vedono oggi un enorme alleato per crescere e rivoluzionare modalità operative ormai diventate obsolete, in modo anche da abbassare i prezzi e rendere le cure mediche realmente accessibili per tutti.
Il mondo dell’Healthtech, la tecnologia applicata all’ambito medico, aveva nel 2019 un valore stimato di 350 miliardi di dollari, ma la cifra è destinata a crescere e potrebbe raggiungere i 600 miliardi entro il 2024.
Anche l’interesse degli investitori è aumentato in modo più o meno costante: se nel 2016 i fondi di venture capital avevano investito circa 1,9 miliardi di dollari in aziende healthtech europee, l’importo è salito fino a 4,1 miliardi nel 2019, per poi scendere leggermente a 4 miliardi l’anno successivo. Il numero di operazioni di valore pari o superiore a 2 milioni di dollari, invece, è aumentato costantemente passando da 171 nel 2016 a 289 nel 2020.
Spesso si dice che la pandemia di Covid-19, tutt’ora in corso, abbia causato “dieci anni di evoluzione nel mercato in dieci settimane”. Alla luce di questi dati però, appare chiaro come l’interesse verso le potenzialità dell’healthtech fosse consolidato anche negli anni precedenti.
Healthtech, le compagnie principali
A livello europeo, il valore combinato delle startup healthtech è cresciuto in modo costante negli ultimi cinque anni, passando da 8 a 41 miliardi di dollari tra il 2016 e il 2021. È quindi probabile che il prossimo decacorno europeo – un termine derivato da “unicorno” con cui ci si riferisce alle compagnie valutate per almeno 10 miliardi di dollari – arrivi proprio da questo settore.
Tra i player fondamentali nell’attuale scenario healthtech europeo troviamo Babylon, compagnia londinese valutata per 2 miliardi di dollari che offre consulti virtuali con medici specializzati e piattaforme per il monitoraggio dei sintomi e dello stato di salute generale degli utenti.
DocPlanner, invece, permette ai suoi utenti di prenotare dal proprio smartphone appuntamenti con professionisti privati e cliniche ospedaliere. La compagnia è nata a Varsavia, in Polonia, ma opera attualmente in 12 Paesi tra Europa e Sud America.
Servizi simili sono offerti anche da Doctolib, startup francese che offre la possibilità di prenotare visite mediche in modalità fisica o virtuale e avere sempre a portata di mano i propri documenti sanitari; e la svedese Kry.
In campo assicurativo si fanno notare invece la tedesca wefox, startup insurtech da 2 miliardi di dollari, e Alan, basata a Parigi, che ha recentemente raggiunto lo status di unicorno dopo aver raccolto 185 milioni di euro.
Lumeon e Aidence, invece, sono specializzate nel supportare in modo diretto gli ospedali, i professionisti e i provider di servizi medici, offrendo una piattaforma che permette di digitalizzare le operazioni e automatizzare l’organizzazione degli appuntamenti.
I nuovi trend e i problemi da risolvere
Come abbiamo visto, oggi il settore della telemedicina va ben oltre le visite virtuali: nel corso dei prossimi anni la tecnologia avrà un ruolo sempre più importante in diversi ambiti legati alla prevenzione, il monitoraggio, la ricerca e il mondo assicurativo.
Da tenere d’occhio sono ad esempio le startup tech che offrono gli strumenti necessari per svolgere test medici in autonomia e l’impatto dei dispositivi dispositivi wearable per il monitoraggio dei parametri fisici, come gli smartwatch. L’acquisto e la consegna a domicilio di farmaci e altri dispositivi medici, poi, è particolarmente promettente e ben si presta alla rivoluzione tecnologica.
Dall’altro lato della medaglia, il mondo dell’healthtech porta con sé anche diverse problematiche. Particolarmente delicato, ad esempio, è il tema della privacy: i dispositivi di monitoraggio, così come le app che permettono di prenotare consulti medici e le compagnie assicurative, gestiscono dati estremamente sensibili e personali. Come assicurarsi che la trasformazione digitale rispetti la confidenzialità che caratterizza il tradizionale rapporto tra medico e paziente?
“L’intelligenza artificiale è uno strumento utile e sicuro, ma il suo lato più problematico è relativo alla protezione dei dati” ha detto Derk Arts, founder della startup Castor che semplifica gli studi clinici aggregando dati provenienti da diverse fonti. Per assicurare il rispetto dell’anonimato, secondo Castor le compagnie healthtech dovrebbero “generare copie digitali, che riportino dati reali senza rivelare l’identità dei pazienti”.
Da non dimenticare, inoltre, è l’importanza dell’approccio umano nella gestione delle informazioni e, soprattutto, dei risultati. “Sostituire le interazioni umane o i processi manuali con alternative automatizzate potrebbe abbassare i livelli di soddisfazione dei clienti” ha spiegato Lars-Old Eriksson, Cso di Trialbee, startup che aiuta i ricercatori a trovare i giusti soggetti per i propri studi. “L’equilibrio tra tecnologia e servizi rimane la soluzione migliore in ambito healthcare”.