Dalle auto connesse alla Smart Home le assicurazioni sposano l’IoT

Dalla ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano emerge che il rapporto tra compagnie assicurative e Internet of Things si fa sempre più stretto e dopo il fenomeno delle connected car arrivano le polizze e i servizi per la digital home

Pubblicato il 21 Apr 2016

smart home

Si conferma sempre più stretto il rapporto tra mondo delle assicurazioni e IoT.

Così come sono state le compagnie assicurative a interpretare da subito il fenomeno delle auto connesse, adesso le nuove soluzioni per la gestione dei dati prodotti dall’IoT per nuovi mercati come la Smart Home, consentono al mondo insurance lo sviluppo di nuovi servizi e la creazione di nuovi modelli di business. Questo rapporto tra IoT e assicurazioni trova nuove conferme anche nella ricerca dell’Osservatorio IoT della School of Management del Politecnico di Milano.

Le utility e le auto connesse sono i motori principali nello sviluppo del mercato IoT che con un 30% di crescita arriva a 2 miliardi di euro di giro d’affari. E “dietro” alle auto connesse c’è anche la strategia delle compagnie assicurative che hanno contribuito alla crescita del settore nel 2015 per il 24% e che troverà nuovo slancio nel 2016. Soprattutto se si pensa che una nuova auto su cinque immatricolata in Italia è adesso già dotata di connettività nativa a bordo. Questo scenario apre a nuove logiche di mercato da parte degli attori del mondo Smart Car: dalle assicurazioni appunto ai produttori, dalle reti di assistenza agli operatori telematici. Da sottolineare poi che se si uniscono i valori delle utility e delle auto connesse si arriva a un volume di 1 miliardo di euro, vale a dire il 50% di tutta l’IoT italiana.

Il grande tema è poi quello dei dati e Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things, osserva che “la chiave di volta per tanti nuovi servizi è proprio nella possibilità di disporre di dati sempre più accurati e dettagliati che consentono di avviare nuove modalità di business. Alla fase che ha visto la focalizzazione dell’IoT sul miglioramento dei processi aziendali, sulla riduzione dei costi e sulla ricerca di una maggiore efficacia verso i clienti, c’è adesso la fase che permette di attivare modelli di business, in particolare nella direzione del “Pay per Use””.

In questo senso le assicurazioni hanno fatto da battistrada proponendo polizze auto che variano in base alla percorrenza annua. Ma i dati sulla guida raccolti per finalità assicurative possono essere ben utili anche per altre finalità. In particolare – sottolinea Tumino – possono essere aggregati e proposti ad esempio per conoscere lo stato del traffico. Ma anche un prodotto fisico come i pneumatici possono diventare un servizio ed essere acquistati non più come un prodotto in un unico momento, ma come un servizio da pagare sulla base dei chilometri percorsi.

Ed è sempre il mondo assicurativo che viene accreditato come uno dei canali principali per lo sviluppo della Smart Home. L’Osservatorio IoT ha dedicato un approfondimento specifico alle prospettive della casa intelligente e tra gli attori che più si stanno adoperando per portare queste soluzioni presso i consumatori ci sono proprio le compagnie assicurative, che sono sempre più intraprendenti nello sviluppo e nell’offerta di polizze agganciate all’adozione di apparati per la sicurezza, per la videosorveglianza, per il controllo dell’ambiente. L’interesse verso il mondo Smart Home è testimoniato dal fatto che, come sottolinea Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio IoT, «se nel 2014 erano due le compagnie assicurative attive con proposte di polizze agganciate a soluzioni Smart Home nel corso del 2015 sono salite a 5». La prospettiva per questo mercato è quella dello sviluppo di nuovi modelli di offerta nella forma di kit “assicurativi” che aumentano la sicurezza permettendo nuove forme di controllo delle abitazioni con riduzioni nei costi delle polizze. Anche in questo caso i dati relativi ai consumi energetici, ad esempio, rappresentano un valore che può essere utilizzato anche da altri attori focalizzati su altri tipologie di servizi che hanno come base le previsioni sui consumi energetici.

Nello sviluppo di questi nuovi servizi si sente sempre di più la spinta creativa e innovativa delle startup. Miragliotta mette in evidenza a questo riguardo che sta crescendo il numero delle startup che stanno raccogliendo la sfida legata a tutte le opportunità collegate alla valorizzazione dei dati». Nello specifico ambito della Smart Home la ricerca dell’Osservatorio evidenzia che il 79% dei consumatori italiani si dichiara pronto ad acquistare prodotti per la Smart Home, con un balzo in avanti del 33% rispetto alla stessa propensione registrata nello scorso anno, anche se solo il 25% di chi dichiara di voler comprare un prodotto si dice pronto a farlo nei prossimi 12 mesi.

Per capire questo profilo d’utenza l’Osservatorio ha individuato tre cluster di clienti caratterizzati da diverse competenze, sensibilità e propensione verso la Smart Home. Sono uscite tre figure: Conservatori, Fruitori e Tecnofili che si differenziano per il tipo di approccio verso la “casa digitale” ma anche per i canali attraverso i quali arrivano alle decisioni di acquisto. I Conservatori e Fruitori sono attenti alla sicurezza, al risparmio energetico e cercano gli standard. I Tecnofili non disdegnano la sperimentazione e nella Smart Home cercano comfort e benessere. L’offerta si sta avvicinando alle esigenze di tutti questi clienti e arrivano proposte basate su hub multifunzionali in grado di rispondere a più esigenze. In termini di canali alla filiera tradizionale degli installatori si affiancherà sempre più intensamente il retail specializzato in high tech che si prepara a portare sul mercato l’offerta Smart Home facendo leva sempre di più sulla creazione di spazi espositivi per permettere a utenti come Conservatori e Fruitori di tastare direttamente in punto vendita i vantaggi delle soluzioni. L’eCommerce, soprattutto per i Tecnofili, resta un canale strategico anche perché permette di avere accesso alla quasi totalità dell’offerta. C’è poi, come già anticipato, il ruolo delle assicurazioni che sono sempre più attive nell’ambito delle offerte bundle composte da “centralina e sensore” uniti a polizza casa e al servizio che si sviluppa, in diversi casi nella forma di assistenza 24h/24 con avvisi in real time. La ricerca dell’Osservatorio IoT è stata seguita con interesse sui social media e su twitter in particolare. Il sito Internet4Things ha seguito l’evento in live tweeting e ha proposto uno storify con la selezione delle idee, delle opinioni e delle provocazioni più interessanti.

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